Il 24 novembre resta e sarà sempre una data storica per il cinema italiano: usciva infatti nelle sale 74 anni fa l’iconico Ladri di biciclette, pellicola diretta, prodotta e in parte sceneggiata da Vittorio De Sica. L’importanza che Ladri di bicilette ricopre per la cinematografia nostrana e internazionale è fuor di dubbio: siamo nel secondo dopoguerra, ma le macerie del conflitto ancora troneggiano sui panorami europei e su Roma, dove il film è stato girato.
Un periodo storico complicato, in cui tuttavia Vittorio De Sica era già noto e già in parte considerato uno degli esponenti del neorealismo. Ladri di biciclette prende il titolo da un romanzo del 1946 di Luigi Bartolini, ma il soggetto è originale e porta la firma di Cesare Zavattini. Il sodalizio tra De Sica e Zavattini è probabilmente il primo e più importante motivo per giustificare la rilevanza della pellicola: conosciutisi nel 1939, i due realizzarono insieme circa venti film tra cui Ladri di Biciclette, ma anche Sciuscià (1946) e Miracolo a Milano (1951).
Di fatto, proprio Sciuscià – uscito un paio di anni prima – si rivelò commercialmente un insuccesso. All’epoca, il cinema italiano era erede del ventennio fascista e guardava con malcelata ammirazione ai film hollywoodiani, che poco o nulla avevano a che vedere con l’Italia triste e ferita del neorealismo. Eppure, De Sica andò comunque per la propria strada: investì il proprio denaro nella produzione e si affidò ad attori non professionisti (il protagonista, Antonio Ricci, è interpretato dall’operaio Lamberto Maggiorani). I produttori statunitensi, rifiutati dal regista, avrebbero infatti voluto nei panni di Ricci l’attore Cary Grant.
Il risultato, almeno in Italia, fu catastrofico: si narra che al Metropolitan di Roma il pubblico fosse talmente infuriato da chiedere a gran voce la restituzione del prezzo del biglietto. Ma è all’estero che il neorealismo di De Sica e Zavattini viene interamente compreso: a Parigi la proiezione raccolse tremila esponenti dell’intellighenzia internazionale, tra cui un commosso René Clair che abbracciò De Sica appena si accesero le luci in sala. E nel 1950 Ladri di Biciclette vinse sia l’Oscar che il Golden Globe come Miglior Film Straniero. Il resto, come si suol dire, è storia.