Vi sarà sicuramente capitato di vedere un film e ritrovarvi a pensare “chissà dove si trova quel posto?”. Oppure di riconoscere un paesaggio, uno scorcio. Il cinema è una straordinaria occasione per viaggiare e scoprire luoghi nuovi che potrebbero diventare mete di future escursioni. Ecco allora cinque film girati nel Lazio che trovate disponibili sulle piattaforme streaming.

Iniziamo da Freaks Out, film del 2021 diretto da Gabriele Mainetti che, insieme a Nicola Guaglianone, ne firma anche la sceneggiatura. Un’opera coraggiosa per visione e realizzazione, che il regista ha difeso a spada tratta fin dagli albori.

‘Freaks Out’ di Gabriele Mainetti.

Si tratta del secondo film di Mainetti dopo l’eccezionale esordio con Lo chiamavano Jeeg Robot. Come ha dichiarato il regista, Freaks Out nasce da una sfida: quella di costruire su una delle pagine più forti della storia del Novecento un film che parlasse di diversità e che fosse, allo stesso tempo, una via di mezzo tra una vicenda avventurosa e un romanzo di formazione.

Protagonisti sono un gruppo di freaks, di diversi e per questo outsider, che lottano con le difficoltà del mondo e con le proprie fragilità scoprendo nell’unione la forza per affrontare le avversità.

 

“Il titolo è nato perché ‘to freak out‘ in inglese vuol dire ‘impazzire’ e il nostro villain impazzisce; e poi perché il Circo Mezzapiotta viene sventrato da un bombardamento e i nostri freaks si trovano al di fuori del loro spazio sicuro, dovendo fare i conti con la propria diversità e con il mondo, quindi sono ‘out’.”

Gabriele Mainetti – Regista

Il film è stato girato in dodici settimane tra il Lazio e la Calabria. Se vi siete persi quest’opera premiata con sei David di Donatello, potete recuperarla sulla piattaforma streaming di Prime Video.

‘Promises’ di Amanda Sthers con Pierfrancesco Favino. Foto: Gianni Fiorito

Restando sempre su PrimeVideo, un altro film ambientato nel Lazio è Promises, diretto da Amanda Sthers e con protagonista Pierfrancesco Favino.

Si tratta dell’adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo (scritto dalla stessa regista) e racconta una storia d’amore a tempi sfasati. C’è chi dice che il vero amore arrivi una volta sola nella vita e chi invece sostiene che ci si possa innamorare più volte. È questo il pensiero del protagonista Alexander, interpretato da Favino, che si è detto in parte d’accordo con il punto di vista del suo personaggio.

 

“Anche io sono dell’idea che ci si possa innamorare più volte. Spesso ragioniamo rispetto all’amore come se fosse qualcosa che è già dentro di noi e lo mettessimo a disposizione quando ci gira. Sono gli altri che ci fanno innamorare, non siamo noi. Sicuramente c’è un tempo, come dice il film, in cui sei più disposto, sei più aperto, però nessuno di noi è sempre uguale con le persone. In base a chi hai davanti puoi scoprire cose di te stesso che non conosci.”

Pierfrancesco Favino – attore

Nel film, Alexander, commerciante ed esperto di libri antichi, conosce ad una festa Laura. Tra i due è un colpo di fulmine ma lei si sposerà il mese successivo. I due dovranno fare in modo di rispettare gli impegni presi. La storia si sviluppa tra Londra e l’Italia dove sono state ambientate le scene dell’infanzia del nostro protagonista: tra queste vediamo ad esempio il Castello Odescalchi di Palo Laziale, a Ladispoli e l’area tra vicolo della Volpe e vicolo della Pace nei pressi di Piazza Navona a Roma.

“L’uomo senza gravità” di Marco Bonfanti.
Foto: Iacovelli Zayed

Elio Germano è il protagonista di un altro film che si svolge nel Lazio,  L’uomo senza gravitàUna favola diretta da Marco Bonfanti su diversità e integrazione con un messaggio semplice e importante: tutti dovremmo imparare a recuperare la leggerezza. Per raccontare questa storia, Bonfanti ha scelto non a caso il linguaggio della fiaba.

Oscar è un bambino speciale: su di lui la forza di gravità non ha effetto. Cresce in isolamento, al riparo da occhi indiscreti, e sogna di diventare un supereroe. Da adulto, l’uomo avverte tutto il peso che la leggerezza, paradossalmente, comporta. Tra le location del film c’è anche uno dei luoghi simbolo del cinema italiano: gli studios di Cinecittà. Per recuperare questa perla la piattaforma di riferimento è Netflix.

“Lasciarsi un giorno a Roma” di Edoardo Leo

Sempre su Netflix si trova anche Lasciarsi un giorno a Roma, pellicola del 2021 diretta da Edoardo Leo. Si tratta del sesto lungometraggio come regista per l’attore romano, e racconta la storia di due coppie con i loro alti e bassi.

Da una parte Tommaso e Zoe (lui cura sotto mentite spoglie una rubrica di posta del cuore e lei lavora nel mondo dei videogiochi); dall’altra Umberto ed Elena (lei sindaco di Roma e lui vicepreside di un liceo, che si occupa della famiglia e della casa). Gli equilibri vengono messi in crisi quando Zoe scrive alla posta del cuore, non sapendo che a rispondere è proprio il suo compagno.

Una commedia romantica, come ha spiegato Leo, su quanto possa essere difficile separarsi dopo tanti anni di relazione. Quante cose accumuliamo nel tempo e non diciamo al nostro partner? E cosa faremmo se potessimo scoprire cosa il nostro partner pensa di noi.

 

 

“Dopo dieci anni di relazione, lasciarsi significa non solo separarsi ma lasciare un mondo di amicizie, di rapporti, di consuetudini, di cose che ci fanno stare al sicuro. Tutti noi non abbiamo un rapporto solo con la nostra donna/uomo ma con un universo che perderemo. E improvvisamente si tenta questo salto nel vuoto.”

Edoardo Leo – attore e regista

Dalla cittadina costiera di Santa Severa al Colosseo, il film è un omaggio a Roma e al territorio circostante.

“I cassamortari” di Claudio Amendola.
Crediti foto: Antonello Montesi

Chiudiamo questa breve carrellata con I Cassamortari di Claudio Amendola, film del 2022 disponibile su PrimeVideo. Una commedia corale, cinica, nera e dissacrante sui difetti e sulle meschinità della nostra società e sulla morte. Il film è stato girato in parte a Cinecittà e in parte in quel set naturale e spettacolare che è Roma.

Per Amendola, raccontare la storia di una famiglia di “cassamortari” è stato il pretesto per entrare in un mondo, quello delle pompe funebri, con tutti i suoi riti e le sue contraddizioni. Lo sguardo del regista si sofferma sulle dinamiche familiari e sul rapporto tra gli imprenditori funebri e i congiunti dei defunti.

“Sviluppando questa idea – spiega Amendola nel pressbook – ho trovato l’occasione per affrontare altri temi che mi appassionano, come la mercificazione della morte, il cinismo e l’ipocrisia del mondo dello show business, l’antica italica abitudine dell’evasione fiscale.”

 

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