Al cinema Educazione Fisica: «Un tribunale all’interno di una scuola»

Nei cinema in queste settimane il secondo lungometraggio di Stefano Cipani, Educazione Fisica. Tratto dal testo teatrale La Palestra di Giorgio Scianna, il film è scritto da Damiano Fabio D’Innocenzo e interpretato da Angela FinocchiaroGiovanna MezzogiornoRaffaella ReaSergio Rubini e Claudio Santamaria.

Il film è stato presentato alla Festa del Cinema di Roma, realizzato grazie al contributo della Regione Lazio grazie al fondo Lazio Cinema International.

«Il film è tratto da una pièce teatrale, La Palestra di Scianna. – ci dice il regista – Quando la lessi nel 2013, mi appassionai tantissimo e immaginai di farne un film da camera. Poi passò tanto tempo e mi ricordai di questa bellissima pièce teatrale quando stavo pensando al mio secondo film. Volevo lavorare in modo specifico con gli attori, per esempio in ordine cronologico come è stato girato. Per un cast il best case scenario. Mi appassionava la tematica giovanile. E anche l’idea di portare un film da tribunale all’interno di una scuola».

Il film è una coproduzione italo-polacca, finanziato con i Fondi Europei della Regione per il cinema che vuole favorire le coproduzioni internazionali. Un racconto duro, che inizia con la convocazione dei genitori di tre alunni di una scuola media di provincia da parte della Preside. È successo un fattaccio, di cui i loro figli sono i responsabili. La palestra si trasforma quindi in un’aula di tribunale improvvisata, dove ha inizio un processo feroce nel tentativo ostinato di smentire e nascondere la verità.

«La sfida è stata lavorare per la prima volta in maniera teatrale all’interno di un linguaggio cinematografico. – ci racconta Raffaella Rea – E poi per me abbracciare Carmen, il mio personaggio, è stato faticoso. Ma è vero anche che si ragiona su una vita che non è mai quella che il personaggio affronta. In qualche modo, ho provato a giustificarla e ad entrarle dentro».

«È stato difficile – aggiunge Claudio Santamaria – confrontarsi con quel confine e doverlo superare a calci. Dover interpretare questi genitori, che sono dei bulli, è stata dura ma anche molto stimolante. Non è un film sui buoni e cattivi, ma in un certo senso ho interpretato il ruolo del cattivo».

«Citando David Lynch – chiosa Santamaria – le persone non cambiano, ma si rivelano. E questo processo di svelamento è stato a volte duro. Metterlo in atto e pronunciare certe frasi mi hanno fatto venire i brividi. È stata una grande sfida».

Educazione Fisica

Il confine tra amore per i figli e senso di giustizia

Educazione Fisica non è un film su buoni e cattivi, ma sicuramente è un film sul senso della giustizia. Dove si trova il confine?

«Nel buonsenso di non mettersi al posto di un tribunale nel momento in cui il figlio provoca un danno e un dolore a qualcun altro. – ci risponde Santamaria – Secondo me, non essere un genitore bullo a tutti i costi è anche un modo per voler bene a tuo figlio. Gli dai la possibilità di redimersi e di comprendere fino in fondo ciò che ha fatto attraverso un percorso educativo».

Per Raffaella, invece, «non esiste un confine tra amore e giustizia». Semplicemente perché «non puoi amare qualcuno senza lucidità».

«Un figlio nasce, ma non ti appartiene. – continua l’attrice – Lo accompagni e gli dai tutto, ma non puoi togliergli il fatto di essere una persona. Come tale vive in una società ed è importante che stia a quelle regole. Se lo ami, lo consegni anche a un giudizio che possa redimerlo e aiutarlo».

«E poi bisogna sempre fare i conti con la società, con i principi e i valori condivisi. – commenta Cipani – Non sono genitore però. Le mie ipotesi sono quindi fantastiche e immaginifiche».

Educazione Fisica

Gli amori adolescenziali

Per sdrammatizzare, chiediamo infine a Cipani, Rea e Santamaria se anche a loro – come si vede in una scena del film – sia mai capitato di cercare sui social un amore adolescenziale. Con l’obiettivo di scoprire che fine avesse fatto e se il tempo fosse stato (o meno) clemente.

«Io l’ho sposato il mio amore infantile, non avevo niente da cercare. – scherza Santamaria – Ma anni fa ho rivisto una ragazza che era molto scortese con tutti. Fece piangere un mio amico delle elementari facendogli credere di essere innamorata di lui. Giorgio ti vendico in questo momento! Lei gli disse Mi fai schifo e lui tornò in classe in lacrime. Anni dopo era esattamente come la ragazza che descrivo nel film. Era diventata bruttissima. Ovviamente, in questo momento, sta parlando il bambino offeso».

La Rea precisa subito di non avere Facebook. «Ma ho la fortuna – rivela – di andare in vacanza nello stesso posto da ventotto anni. Quindi il mio amore adolescenziale lo incontro ogni anno d’estate. Ha una compagna e una figlia e il tempo con lui è stato molto clemente. Lo dico senza nessun rimpianto».

«Io sono uscito dal liceo l’anno scorso. – scherza Cipani – In realtà, essendo cresciuto un un paese piccolo anche dopo il liceo ci si vedeva. Difficilmente quindi sono andato a ripescare qualcuno di cui non sapevo niente».

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